Uno dei delitti maggiori che la storia conosca.
Altri giovani gli si uniscono. Essi contemplano pure sdegnati le rovine, ed anche dalle loro labbra escono parole di esecrazione contro il teutone odiato; essi pure fanno il giuramento di vendicarsi.
- Milano deve risorgere, fenice novella, dalle rovine! - esclama uno dei giovani.
- Non è possibile - risponde con tristezza. - Siamo troppo pochi e troppo divisi e la potenza del Barbarossa è troppo grande; noi possiamo cercare di vendicarci, e benedetta la mano che caccerà il pugnale nel suo petto; ma la ricostruzione della città non è possibile!
- Uomo di poca fede! Riusciremo!
- No.
- Riusciremo ti dico! C'è un uomo, capace di unire gl'italiani od almeno noi lombardi in un solo fascio, e di condurci alla vittoria!
- Chi?
- Alessandro.
- Il Papa?
- Una vittima anche lui della crudeltà teutonica. Egli deve difendere dalla barbarie tedesca qualche cosa più prezioso di Milano.
- Roma? Roma vale Milano?
- La Chiesa, che il Barbarossa perseguita, che dilania, che vuole privare della sua libertà. È lui, che oppone le su vili creature all'Apostolico; che insulta Cristo e Pietro coi suoi antipapi; che vuole fare a brandelli la veste inconsutile del Redentore. E Alessandro...-
- Ha perduto nella gran lotta.
- Il Papa non perde mai quando lotta per la Chiesa, perchè Gesù è con lui.
- Ma il Papa erra ramingo in Francia.
- Ritornerà. E nel suo nome e col suo aiuto lotteremo e vinceremo. Combattiamo per l'Italia, per Milano Qua la mano, amici! Formiamo la compagnia della morte!
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