Avanti, avanti! Già la lotta si accende corpo a corpo.
Difendiamo il carroccio! Alessandro, Alessandro! Sant'Ambrogio, Sant'Ambrogio!
I nemici fanno grandi sforzi per giungere al carroccio, per strappare le bandiere, per impossessarsi di quel sacro legno. I milanesi lo difendono col loro petto; la compagnia della morte fa prodigi di valore.
Egli si sente pieno di un indomito entusiasmo; avido di difendere la Chiesa e la patria, i suoi due maggiori tesori. Brandisce la spada. Ha già lottato corpo a corpo contro un nemico e lo ha ucciso. Altri lo aggrediscono. Sono tedeschi; c'è anche qualche traditore italiano, tra di loro. Oh, questi traditori! Servire la causa del nemico; combattere per l'assassinio della patria libertà!
Si difende da loro; lotta da prode; ma i nemici sono tanto numerosi; egli non può parare tutti i colpi; viene crivellato da parecchie ferite. Quanto gli dolgono; ma è per la patria, per la patria diletta; e finalmente riceve un gran colpo a] petto. La daga gli apre una ferita grande, profonda, mortale, dalla quale sfugge abbondante il sangue e col sangue la vita.
Giace sul campo di battaglia, a fianco di molti morii e morenti. Ne ode i gemiti, i lamenti, le bestemmie, le preghiere. Gli è così difficile respirare. Ansa. O questo affanno! Ed intanto la lotta continua; ode rumore di armi; ode grida.
L'affanno si fa sempre più forte; i poveri polmoni si dilatano spasmodicamente e cercano invano un po' d'aria! Eppoi ode un urlo di gioia pazza, indicibile, infinita.
Sant'Ambrogio!
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