Troppo rapido è il passaggio dalle tenebre a quella luce infinita. Chiude gli occhi e poi li apre di nuovo, a poco, a poco.
Volge il capo e guarda l'orologio a pendolo, appeso alla parete.
- La mezza! Mi sono coricato alle ventitrè ed ho udito battere i tre quarti. Neppure un'ora! E tanti, tanti anni di vita. Egli aveva ragione. Vi sono altre misure. Ed allora?
Non tirò la conseguenza. Il ricordo delle immagini vedute nel sogno non lo voleva abbandonare. Rivedeva.... E il ricordo gli creava grande disagio; gli ripeteva con insistenza certe verità, alle quali rifiutava fede, che non poteva, non voleva ammettere. Eppure..... eppure.....
- No, no! - urlò adirato. - Maledette campane! Il loro suono!
Tese il braccio ed interruppe la corrente. Nella stanza si fece di nuovo scuro; tutto ripiombò nelle tenebre.
Gli venne un pensiero. Allo stesso modo tu fai volontariamente tenebre al tuo spirito.
No, no! Egli non voleva le tenebre, voleva la luce; l'aveva cercata sempre; l'aveva trovata, e quella mattina... La bomba...!a bomba!
Sogni pazzi di notte di Natale, causati dalle stupide osservazioni dell'amico, dal suono delle campane, e dal microbo della superstizione che ammorba tuttora l'Italia.
Dormire, e non sognare, oppure sognare rivoluzioni, bombe, tiranni uccisi, aristocratici e borghesi sfracellati in un mare di sangue; sognare vescovi scannati, papi col ventre squarciato; la rivoluzione, la grande rivoluzione, operazione terribile ma necessaria, che sola può salvare l'Italia.
Maledette campane!
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