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      - Un avvenimento dolorosissimo.
      - Ecco che cosa ha ottenuto colle sue prediche!
      - Io? - domanda il vecchio, tutto stupore.
      - Lei, proprio lei! Non ci ha raccomandato le tante volte di aver pazienza e di ubbidire alle autorità?
      - Ho da predicare forse la ribellione? Ho da dirvi di ribellarvi e di andare così incontro a morte certa, perchè una vostra sommossa sarebbe condannata al più deplorevole insuccesso? - domandò il parroco.
      - Ma intanto hanno ferito Tonio.
      - Don Fernando, il castellano non è mica l'autorità.
      - Dobbiamo però, nevvero. tollerarne le crudeltà, senza poter protestare? - domanda con sarcasmo.
      - Chi vi proibisce di protestare. Io mi reco ora al castello, per tutelare i vostri interessi, e per parlare, al castellano, di Tonio e della sua famiglia - esclamò il parroco.
      Il suo volto era, in quel momento, trasfigurato, ed esprimeva un'energia tale, che Tonio lo guardò meravigliato. Quello non era più il vecchio dolce, amoroso, timido, ma il pastore forte, audace, il quale si moveva alla difesa delle sue pecorelle contro il lupo del male, senza punto paventare la fiera; il pastore, pronto a dare la vita ed il sangue per le pecorelle.
      - Vuole andare davvero? - domandò.
      - È mio dovere.
      - Azzarda la vita.
      Il parroco sorrise.
      - Non lo credo. Don Fernando è cristiano. Ma anche se avessi da incorrere in qualche pericolo, che per ciò? Non mi sono fatto prete per il mio vantaggio materiale, ma per la salvezza delle anime - rispose.
      - Stia bene in guardia, signor parroco.
      - Non me lo raccomandare.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





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