- Chi? domanda.
- Il Papa.
Egli pure s'inginocchia, tende le braccia verso la carrozza e grida:
- Santo Padre, beneditemi.
Un soave sorriso abbellisce le pallide labbra del vecchio prete dai dolcissimi lineamenti; ed egli alza la scarna destra benedicendo, mentre l'ufficiale francese fa un gesto di rabbia; è sdegnato delle riverenze che dovunque si fanno al Papa, dell'entusiasmo che desta.
Il Papa vien condotto prigioniero in Francia, perchè non ha voluto piegarsi all'onnipotente volontà di Napoleone; perchè lui, unico sulla terra, gli ha saputo resistere in nome della Chiesa e del popolo; perchè ha osato ricordare a Napoleone, che egli pure ha il suo superiore, quel Dio, al quale tutti devono rendere conto del proprio operato.
I carradori gli parlano con entusiasmo del Papa. Sono italiani e perciò apprezzano il gran Pio; e gli raccontano di un altro Pio, che riposava nell'umile cimitero di Fontainbleau, dove era stato tenuto pure in dura prigionia, per non aver voluto piegarsi avanti a Napoleone, tradire la causa della Chiesa, dei fedeli di Roma e degli italiani.
Procede a lungo, silenzioso, meditando quanto ha visto e udito; e corregge sempre più antiche idee inveterate, che ora vede in tutta la sua falsità; sempre più si convince, che la Chiesa è la sola vera amica d'Italia; che essa sola la ha aiutata in tutti gli eventi e nelle maggiori necessità; che quando il mondo intero tradiva il popolo, abbandonava le masse e non si curava d'Italia, la Chiesa era là, vigile alla loro difesa.
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