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      Ed invece?
      La rivoluzione è scoppiata. Egli è così felice! Si veste in fretta e corre alla finestra. Già la città è in piena sommossa. Ecco gente che corre, che fugge, terrorizzata; ode il lontano rombo di scariche di fucile e di mitragliatrici. Questo rombo poi, così cupo, così funesto, che cosa è mai? Un cannone? Ma i rivoltosi non hanno cannone. Dunque i soldati! Il governo borghese ha inviato le truppe contro i rivoltosi e questi ricorrono al cannone contro i cittadini? Governo maledetto! Egli sente uno sdegno infinito contro il governo, che cerca di ritardare la propria rovina; che osa mettersi alla difesa; che ha l'ardire di puntare le armi sui rivoltosi.
      Ecco una compagnia di guardie regie che procede a passo di marcia, col fucile in pugno, pronte alla scarica. Dove vanno? Ma tò! Da una casa vicina vengono lanciate alcune bombe. Egli ne vede le proiettorie luminose; quello sembra un filo d'argento che scende rapido dall'alto; una nube di fumo; urli strazianti, d'infinito dolore; e poi la nube si dilegua; ed egli vede il suolo rosseggiante di sangue; vede cadaveri, vede feriti, che si contorcono tra gli spasimi più atroci, e sente una grande gioia per lo scoppio di una bomba, per quella rovina, perchè essa ha ucciso parecchie guardie, schiavi venduti al governo, i maggiori nemici del popolo.
      Non è quella la casa dove abita Beppe storpio? Le bombe le ha lanciate lui, l'anarchico fanatico, traboccante d'odio contro la moderna società; lui, l'impulsivo; lui, che non volle mai ragionare, che voleva soltanto agire, persuaso, che unico mezzo per giungere all'attuazione dei grandi ideali del popolo è la bomba ed il pugnale.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





Beppe