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      Oh! se non fosse la grande causa, l'ideale! Questa gente non sarebbe degna del suo lavoro, del suo interesse, del suo grande e nobile sacrifizio.
      Continua nella direzione dalla quale vengano le scariche, del teatro della lotta.
      Gente corre ancora sempre, spaventata. Passa in vicinanza di una chiesa; la porta č spalancata e dal suo interno giunge a lui un rumore di voci che gridano, urlano, schiamazzano. I maledetti borghesi ed i socialisti ufficiali hanno certo approfittato della rivoluzione per saccheggiare le chiese e riversare la colpa sugli anarchici. Egli odia la religione e le chiese, che vorrebbe distrutte; ma non č questo il modo di procedere; non č cosė che si promuovono gl'interessi dell'anarchia. La rivoluzione deve procedere seria, dignitosa.
      Entra.
      La chiesa č profanata. Al suolo giacciono alcuni cadaveri; due, tre uomini sono intenti ad impiccare un prete ad una colonna dell'altare maggiore, mentre altri saccheggiano, rubano ad una statua della Madonna gli anelli d'oro, le gemme, i cuori di argento; altri fanno man bassa sugli altri altari; hanno scassinato il tabernacolo, versate le particole, che coprono il pavimento quali fiocchi di neve, e due, quattro, cinque si accapigliano per il possesso della pisside.
      Egli stenta a prestar fede ai suoi occhi. Gli scassinatori, i ladri, non sono grassi borghesi, non socialisti e neppure la teppa, che approfitta della rivoluzione per sfogare le proprie passioni, ma i suoi anarchici, i pių caldi aderenti delle teorie pių azzardate.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134

   





Madonna