Egli freme dallo sdegno,
- Vergognatevi! - esclama.
- Vergognati tu! - è la risposta
- Così si risponde ad un capo? - domanda fremendo.
- Che capo d'Egitto! È suonata l'ora per tutti i capi, gli autoritari, gli czar: per tutti, per tutti! Anarchia! Anarchia! Comandano tutti! - urlarono,
- Desistete da questi delitti!... Non comprendete, che in tal modo disonorate il partito? - esclama, ma nessuno l'ascolta.
- Via! via - gridano molti, ed egli si vede investito, minacciato. Comprende che ha perduto il dominio di loro; che non sanno, che non vogliono ubbidire, ed esce addolorato, scoraggiato.
Continua nella direzione di quelle scariche. Vede palazzi messi a sacco; anarchici, i quali, invece di combattere, cercano di mettere in salvo il bottino; hanno predicato teorie comunarde; hanno dichiarato che la proprietà è un furto, che tutto è di tutti; hanno affettato il maggior disprezzo della proprietà, tanto individuale come collettiva, ed ora che la rivoluzione è scoppiata non badano ad incanalarla ed a promuovere il trionfo all'idea, ma a fare bottino.
Li rimbrotta.
Rispondono con scherno.
Impone loro di desistere dal saccheggio.
- Libertà per tutti. Viva l'anarchia! Ognuno può fare ciò che gli talenta! -
Impone loro di combattere piuttosto per il trionfo dell'idea.
Gli rispondono con una sghignazzata. Preferiscono saccheggiare e fare il bottino al portare la pelle al mercato.
Il rossore copre le sue guancie. Questo è il frutto di lunghi anni di educazione anarchica? Egli si era lusingato di aver condotto i suoi verso l'ideale ed invece comprende, che le sue dottrine non furono bastanti per uccidere la bestia nell'uomo; che gli antichi istinti sono divenuti più forti di prima: lo spirito di finzione, la viltà, il desiderio di mettere in salvo la pelle, ed in modo speciale la brama del possesso, il desiderio di(12) accumulare ricchezze.
| |
Egitto
|