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      - Non lo faccia! Abbia pazienza! Si calmi! ed intanto prenda questa pozione calmante - dice la voce, porgendogli una tazza.
      Egli la respinge bruscamente.
      - Come posso essere calmo se non mi risponde? - domandò.
      - Chieda. Risponderò, purchè mi prometta di essere molto calmo.
      - Mi dirà la verità?
      - Glielo prometto, purchè sia però calmo; chè alla prima agitazione da parte sua non parlo più.
      - Tiranno!
      - È il medico al quale ubbidisco.
      - La rivoluzione è riuscita?
      - No.
      - No? - domandò con accento di amarezza.
      - Il governo la ha soffocata.
      - Governo maledetto! Scorse molto sangue?
      - Sì.
      - Anarchico?
      - Borghese in modo speciale.
      Viene a rilevare a furia di domande, che gli anarchici hanno bruciato chiese e palazzi, rovinato e saccheggiato case, ucciso preti, frati, monache e molti, molti innocenti.
      Non potè approvare un tale operato, ma non osò neppur condannarlo. I suoi fratelli nella fede.
      - Ed il governo? domandò.
      - Ha soffocato la rivoluzione.
      - Quali misure intende di prendere?
      - Non lo so.
      Egli fa una pausa lunga, lunga, nella quale riflette.
      I suoi ideali sono tramontati per sempre come si è spenta la luce dei suoi occhi. Non soffre soltanto perchè la rivoluzione non è riuscita; soffre di più, assai di più, per il disinganno che gli hanno recato i suoi, perchè ha scoperto che il popolo non è maturo per certi ideali; che l'anarchìa è un ideale troppo alto per la società odierna.
      Il popolo sarà un giorno maturo?
      - Ella è ancora qui? - domanda dopo una pausa.
      - Sì.
      - Dove mi trovo?
      - Nel convento dei cappuccini.


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I sogni dell'anarchico
di Ugo Mioni
Libreria Artiginelli Milano
1922 pagine 134