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      A lei facevano imparare di quelle lor cose e rappresentazioni e di sì presta e ferma memoria era ella, che non sì tosto le leggeva una volta, che le recitava senz’altro a mente, con stupore grandissimo de chi la sentiva; onde giamai non andava (come si suole) gentildonna alcuna al Monasterio, che non facessero vederle e sentirle, quasi stupendo mostro notabile, questa fanciulla. Ed avvenne un giorno, che sendovi andato il Padre Fiamma, predicator celeberrimo, e che poi morì Vescovo di Chioggia ed avendo le madri fattagli sentir la fanciulla, egli tutto stupito e ammirativo, non potè far di non dire, che li pareva questa veramente un spirito senza corpo; alla qual parola la fanciulla (credendo forse che avesse ciò egli detto per offesa) di subito rispondendo e senza troppo pensarvi, perché era egli un certo grassone, gli disse che se era ella uno spirito senza corpo e lui pareva a lei esser uno corpo senza spirito; di che molto ne rimase il padre sopra di sé, considerando la prontezza del moto e la maniera gentile, con che lo aveva ella proferito.
      Or gionta all’età sua degli anni nove, uscendo di là, fu un’altra volta di novo riposta in casa del Saraceni ed ivi seco dimorò in compagnia d’una figliuola, che aveva egli di maggior età di lei. E perché ei si dilettava molto de studi e spezialmente della poesia, la fanciulla a sua imitazione e concorrenza (quasi nata a questo) si diede a voler parimente lei anco comporre, e così piccolina riusciva mirabilmente; onde il Saraceni, che vedeva questa sua natural inclinazione, per tanto maggiormente infervorarla, andava sempre con novelle invenzioni dando materia de dire, non le lasciando mancar libri per poter a suo modo su quelli leggere e studiare.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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