In questi due luoghi, ma più a Sacile per essere più atto per la vaghezza del sito a simili essercizi, ha poi fatto ella ed atteso mirabilmente al comporre; ma non in quello solamente, ma in qualonque altra cosa a che si metteva, riusciva ella eccellente, percioché da se stessa si è veduto (con maraviglia di ciascuno) che dissegnava e ritrava dal naturale con la penna ogni figura che le fusse stata posta davanti. Suonava l’arpicordo e il liuto e cantava; era più che mediocremente introdotta nell’aritmetica, ma nello scrivere bene, presto e con la vera regola dell’ortografia pochi, credo io, che se le potessero eguagliare, non che anteporre. Circa poi il cucire era eccellentissima in ogni punto, e senza disegno, o essempio davanti, soleva ricamare e disegnare qual cosa meglio le fusse proposta da alcuno, con l’aco tutto ad un tempo formandola con stupore di tutti.
Or fatta grande ed avendo io presa in moglie la compagna figliuola del Saraceni, ella che sempremai si era come sorella seco allevata, non volendo lasciarla senza di sé partire, seco se ne passò in casa mia, e così vi è dimorata poi ed io, che conoscevo il valor suo fino a quell’ora sepolto, volendo che fusse palese, cominciai, come amico della virtù ad essercitarla a comporre ed insieme publicando le cose sue, fui principio di farla conoscer al mondo per unica, o rara. Così compose ella in casa mia il Poema del Floridoro, non pur il stampato, ma altro ancora, che non è dato alle stampe. Vi compose la Passione di Cristo e vi compose anco innumerabili Sonetti, Canzoni, Madregali in varie materie e seco insieme alcune rapresentazioni che recitate davanti Serenissimi Principi di Vinegia, sono anco state stampate, se ben per lo più senza nome.
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