Quando dopo breve spazio fu veduto arrivar una gondola alla riva e guardaro e dimandato chi era, si intese che era Elena la novella sposa, che essendo di poco venuta di villa, si era trasferita subito alla casa di questa gentildonna, avendo inteso che le compagne vi si erano tutte ragunate ed in particolar per amor di Verginia, con la qual inanzi che si accasasse, aveva avuto ella stretta dimestichezza. Quando intesero le donne la venuta di questa sposa, fu l’allegrezza compiuta fra loro, perché era giovene di gentilissimi costumi ed ascese essa le scalle, tutte le furono incontro ed abbracciatala e basciata ben mille volte, perché era tanto che non l’avevano veduta, la condussero in camera ed assisesi tutte insieme non si saziavano di mirarla e Verginia le dimandava, che era stato tanto tempo di lei e come si stava ella bene. Ma Leonora, che era accortissima giovane, non aspettando che Elena rispondesse:
«Come - disse - Verginia mia, le dimandante di cosa che ciascuno da per sé giudicar la potrebbe, poiché secondo la volgar opinione, essendo sposa novella non può star se non bene».
«Anzi - soggiunse Lucrezia - non dite bene, ma il manco male che si abbia da stare».
«A questo - Elena rispose - non dico finora di starne male né bene, perché lo sposo mi fa assai buona compagnia, ma una cosa sola mi dispiace, che egli non vole che io mi vada fuor di casa ed io per me non desidero altro, che andarmi spesso a nozze ed a feste, ove sono invitata, sì per esser questo il mio tempo, come per onor suo e mio, che le persone non credessero, che non fosse vestita da gentildonna e posta ben in ordine come sono».
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