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      Così se l’uomo studia, se impara virtù, se va polito, se diviene accorto, e ben creato, e se in somma riesce compito di mille belle e graziose doti, di tutto ciò ne son causa le donne, come avvenne (per essempio) a Cimone e a molti altri».
      «Se ciò fusse vero - disse allora Verginia - che gli uomini fussero di tanta imperfezione, come voi dite, perché ci sono essi superiori in ogni conto?». A questo rispose Corinna:
      «Questa preminenza si hanno essi arrogata da loro, che se ben dicono che dovemo star loro soggette, si deve intender soggette in quella maniera, che siamo anco alle disgrazie, alle infermità ed altri accidenti di questa vita, cioè non soggezione di ubidienza, ma di pacienza e non per servirli con timore, ma per sopportarli con carità cristiana, poiché ci sono dati per nostro essercizio spirituale; e questo tolgono essi per contrario senso e ci vogliono tiranneggiare, usurpandosi arrogantemente la signoria, che vogliono avere sopra di noi; e la quale anzi dovremmo noi avere sopra di loro; poichè si vede chiaramente che ’l loro proprio è di andarsi a faticar fuor di casa e travagliarsi per acquistarci le facoltà, come fanno a punto i fattori o castaldi, acciò noi stiamo in casa a godere e commandare come patrone; e perciò sono nati più robusti e più forti di noi, acciò possino sopportar le fatiche in nostro servizio».
      «Dunque per tante fatiche e sudori - disse Lucrezia - che essi spendono per noi, voi così male gli remunerate, che vi movete a sprezzarli tanto; e pur sapete che sono nati inanzi di noi ed avemo bisogno del loro aiuto, come confessate voi stessa».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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