Fanno questi le lor cose indiscretamente e così alla scoperta, che ogni un se ne avede. Se amano qualche poco, non hanno pazienzia; se si accorgeno d’esser amati, non hanno discrezione; se son favoriti, vorriano che tutto il mondo lo sapesse; se ingannano una donna se ne vantano, se la vituperano se ne gloriano e se lor vien fatto di acquistarla, immediate poi la lasciano. Il lor amore è un fuoco di paglia, la lor fede un cerchio di taverna, la lor servitù una caccia di lepre e la lor bella presenza una ruota di pavone. Quanto di buono è nella loro pratica per noi, è che per esser essi così instabili e leggieri, come ho detto, non ponno, né sanno lungo tempo celar questa lor falsità e perfidia e come un rame indorato di sopra, che ad ogni poca cosa se gli sfoglia quella lieve coperta, e si fa conoscer che era finto; de modo che una donna, ch’abbia un poco del vivo, presto s’accorge della lor malizia e non si lascia impaniar così facilmente dalle insidie loro, ma gli lascia da canto, o si serve della lor leggierezza solamente per passarsi il tempo e per solazzo, come per un ventaglio di piuma, che non è buono se non da far fresco la state».
«Oh - rispose allora Elena - voi date adosso a questi putti, seguendo il consiglio di quel poeta, che ci consiglia a:
Coglier i frutti non acerbi, e duri,
Ma che non sian però troppo maturi.
Che direte dunque di quelli che sono di età perfetta? Non si debbe, almanco creder a tali, quando ci mostrano d’amar fedelmente?».
«A questi - rispose Cornelia - peggio che alli primi, perché per esser più esperti, non sanno più amar, ma meglio ingannar.
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Elena Cornelia
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