«Non vi sarebbe dunque qualche segno estravagante - disse Elena - o qualche qualità particolare, per la qual si potesse venire in cognizione di questi pochi boni, che voi concedete nell’universale, acciò da questa conoscenza noi potessimo imparare a schivar gl’inganni e tradimenti di quei tanti falsi uccellatori e predatori della nostra libertà? E insieme sapessimo render a quei pochi buoni il premio e corrispondenza del loro amore?».
«Signora sì - rispose Cornelia - ma, come ho detto, è dificilissimo, perché i veri e finti amici:
Dimostran tutti una medesma fede.
Pure se voi provassi per sorte alcuno, che vi facesse quella gran servitù ed avesse tutte quelle buone parti, che già ci disse Verginia, ma che continuasse però lungamente, senza mai chiedervi nulla, che fusse in pregiudicio dell’onor ed anima vostra; e che amando voi sapessi certo, che egli non mostrasse di amar altra donna al mondo e che tutti i suoi pensieri fussero inclinati a seguirvi e favorirvi in tutti quei modi che gli fusser possibili, questo tale potria esser e potressi voi creder, che egli vi amasse di cuore. Oltra di ciò è segno, che quello veramente ama, il quale venendoli occasion di veder all’improviso la persona amata o udirla nominare, subito si turba nel cuore, si muta in faccia, gli trema la voce e la persona, diventa palido, sospira profondamente e parla con voce interrotta e piena d’affanno. Colui che di cuore ama, altro non desidera, altro non spera ed altro non chiede, che esser amato, tratta di cose oneste, teme sempre di chi ama, la onora in presenzia, la loda in assenzia; fa non pur conto di lei, ma di tutte le cose sue, come di cosa propria.
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Elena Cornelia Verginia
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