«Vedesi per essempio - aggiunse Cornelia - che tutti quei pochi, che hanno amato di cuore, hanno insieme operato virtuosamente e non sono mai stati occasion di scandalo ad alcuno. Il vero amore fa divenir i superbi umili, gli ignoranti dotti, i timorosi magnanimi, gli iracondi mansueti, gli sciocchi avveduti e gli pazzi savi. In somma egli può cangiar natura nell’uomo, far che ’l cattivo divenga buono ed il buono migliore; però è assimigliato al fuoco nel quale, sì come l’oro affina gli suoi caratti, così nella fiamma del vero amore si può ridur l’uomo alla sua perfetta finezza. Ma perché quelli, che non avendo nissuna di queste perfezioni ch’avemo di sopra dette, si sforzano di parer tali, quali non sono, con troppo pericolo e danno nostro e molto ben sanno coprire la lor falsità e mala intenzione con buone apparenze per ingannarci, come ho detto. Però con tutto che a lungo andare paressi, che in alcun fosse quella fede e quel vero amore, che avemo già considerato, io consiglio ciascuna donna savia, onorata e virtuosa che per assicurar la sua onestà e buona fama, quando le vien qualche occasione di alcuno, che le si ponga a far servitù, quantunque notabile, non debba in modo alcuno tenerne conto, né crederli, per non li poner amore, né accettar sue ambasciate, né suoi favori per non li remaner obligata e su i principi difendersi e ripararsi gagliardamente da tali allettazioni, che le serà facil cosa; e così faccia con ciascaduno che si metterà all’impresa di tentarla, dando repulsa a tutti egualmente e non ascoltando niuno, né da dovero, né da scherzo, per non far come colui che fingendo di dormire si addormenta poi da buon senno.
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Cornelia
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