E così diremo della donna, che essendo minor di animo e di forze dell’uomo per resistere alle tentazioni e però quanto alla sua capacità così inclinarà tentata e sforzata dalle sensualità, quanto l’uomo ed anco più per la sua facilità e semplicità, per la qual si lascia più facilmente trasportar e vincer dalle passioni naturali. Tuttavia ella si sforza bene per esser buona e resiste con forte cuore alle sue male inclinazioni e non solo ha ella da vincer le sue proprie, che le bisognano ancor forze da combattere e vincere la molestia de gli uomini. Mirate doppia fortezza, che quasi l’è più dificile, per la natural sua clemenza e benignità, che la inclina a giovar e compiacer ad altrui più che a se stessa, in tutte le cose ed in questa per esser contraria alla virtù, al che ella si conosce più obligata che alla vita propria, né d’altrui, volendo patire di non essequire la sua volontà e negando a se stessa ogni suo contento ed a chi pensa che l’ami. Riceve però gran violenza nel cuore e il merito della sua vittoria è infinito e non potrebbesi esprimere. Ma dato e non concesso che noi avessimo minor inclinazione di errare, avemo insieme anco come è detto, minor virtù e forza per ritenerci, che non hanno essi uomini, li quali, quando ben avessero più l’appetito inclinato alle volontà, hanno anco più forze e più giudicio per guardarsi ed astenersi da quelle. Ma noi manco forti ricevendo tal doppia vittoria (come il più delle volte accade) della volontà nostra e dell’altrui, maggior deve esser anco l’onor che ne conseguimo, sì come quel capitano posto alla guardia d’una fortezza con buone provisioni, ben ch’abbia assai nemici intorno, non consegue molta gloria in difenderla, perché se ha molti che l’assaliscono, ha insieme infiniti che la riparano.
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