E se peccano per accidente, non per natura, né per volontà determinata e propria? Ma essendo così molestate da essi? Poiché in tal caso non sono elle più fredde dell’acqua, né più dure, che ’l ferro e pur ambi si cangiano. Oltra di ciò, per risponder a quello che dite, che potriano, se volessero, levarsi la lor molestia dalle spalle, sappiate che tutte s’affaticano per farlo e a molte riesce, a molte no, o per lor disgrazia, o per la gran malvagità di quegli uomini con cui s’abbattono. Percioché ve ne son de tali, che mai voglion desister dall’impresa con vana speranza, che nasce dalla lor gran superbia e dal tenersi e reputarsi tanto degni, che le donne lor debbino anzi correre dietro, o gettarsi giù dalle finestre per far loro favore; e stimandosi tali par loro impossibile che, almeno in capo di qualche tempo, elle non depongano la loro durezza con gli effetti, sì come essi pensano, che l’abbino già deposta col cuore, ma che per buon parere così fingano e per farsi tenir buone ed oneste. Né altramente occorre in ciò a noi donne che accade ai contadini nel seminar le biade in diversi campi, poiché se ben ciascuno farà il suo dovere e s’affatica per aver buon ricolto, non succede però a tutti egual frutto, come dovrebbe d’una istessa sementa; poiché a tale riesce la messe abondante e a tale marcisce e non fa frutto alcuno. Così i saggi ammonimenti o dissimulazioni o ripulse oneste delle donne nel cuor di tali uomini, che pur hanno un poco più di discrezione, fanno frutto di rimordimento e di bontà e gli levano dalle lor pazzie, ma con tali non vaglion nulla, anzi in vece di produre buon frutto, bene spesso cangiano il formento in zizania.
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