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      Che rispondete a questo?».
      «Rispondo - replicò Corinna - che questa donna con tutto il mal che fece vinta d’amore e dalle lusinghe e preghi d’un uomo, che la sollecitò ed andò con questo animo a trovarla, che ella non si pensava di lui, si scopre maggiormente la dignità delle donne. Prima, che l’uomo andò a trovar la donna e non ella lui; il che oltre che l’è riputazione, la iscolpa in gran parte e discopre la sua innocenza ingannata da quello. L’altra, che l’uno per defenderla, che fu l’amante e l’altro per ricuperarla, che fu il marito, non riguardò a far tanta rovina, con tante spese, tante morti e tanta distruzion, per sì lungo tempo; poiché all’un ed all’altro pareva troppo gran perdita il privarsi d’una sola donna, che che ne fusse la cagione, o amore, o onor che ve gli spingesse. Il che non si trova mai esser successo, né che donna abbia rubbato, né sforzato uomo alcuno, né fatto simil cosa per alcun di essi, né che anco gli uomini abbiano dimostrato tenir tal conto, o far tal prova per alcuno di loro medesimi». Disse allora Elena:
      «Chi fu cagion della nostra perdizione, salvo che Eva, che fu prima donna?».
      «Anzi fu Adam - rispose Corinna - poiché ella a buon fine desiderosa d’intender la scienza del ben e del male si lasciò trasportar a gustar del vietato frutto. Ma Adam non per ciò mosso, ma per avidità e per gola, udendo dirle ch’era saporito, lo mangiò, che fu peggior intenzione e più spiacque. E per ciò si trova che non subito, che Eva peccò, Iddio li scacciò del Paradiso, ma dopo che Adam le ebbe disobedito, di modo che per Eva non si mosse e per Adam immediate dette ad ambi il meritato castigo, che fu ed è commune a tutti noi altri.


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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