Or, che mi direte poi della donna eletta fra l’altre alla nostra riparazione? Iddio non ha già creato uomo alcuno semplicemente uomo di tal merito, come ha creato donna semplicemente donna. Trovatemi ne gli Annali e Croniche antiche uomo alcuno per savio, per santo che sia, che arrivi alla millesima parte delle rare eccellenzie e divine qualità di nostra Signora e Regina de i cieli? Certo non ne trovarete alcuno».
«Io non so quasi che risponder a ciò». disse Lucrezia.
«Non credete voi - disse Leonora - che gli uomini non conoschino il nostro merito?
«Lo conoscono ben essi ma non lo voglion confessar per invidia in parole, ancor che ne i costumi non possano far di non scoprir parte di quel che senton nel cuore, percioché si vede troppo bene che incontrandosi alcun uomo con donna, o per via, o accadendogli di ragionar seco, subito, da occulta virtù spinto, la riverisce ed inchina umiliandosele come suo minore. Così nelle chiese, ne i conviti sempre alle donne si danno i più onorati luoghi ed ancor che la donna fusse di assai più bassa condizione, sempre l’uomo l’onora e falle riverenzia. Ne i casi d’amore, che debbo dir poi? De chi non fanno essi stima? A chi non tentano accostarsi? Forse che, per nobile che sia un’uomo si vergogna di praticar con alcuna rozza contadina, con una plebea, o con la sua fante propria? Conoscendo che ove manca la fortuna, in lei supplisce la natural preminenza. Il che non occorre alla donna che oltra che mai, o per gran mostruosità si trovi che una donna nobile ami un’uomo vile, poche si trovano anco che, eccetto il marito, amino i pari suoi e per ciò nasce anco la maraviglia, che si fanno le persone, quando si sa che alcuna donna erri; come riputando cosa insolita e fuori del suo ordinario udir tal cosa (non parlando delle publiche) il che de gli uomini non si fa conto, che per esser tanto soliti e facili a peccare, non si pone più lor mente, come di cosa ordinaria e consueta.
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