Io non vi contradico in ciò; ma parlo su questo e non voglio lasciarvi di passo, che gli uomini non siano buoni e che ancor essi non ci amino con tutte le viscere? Deh, se non ci amassero essi, perché perdono il tempo e l’opra tanti in far servitù tutto il giorno a diverse donne, come si vede per esperienzia?».
«Oh - disse Corinna - mi fate pur ridere, andate sempre su certe fanciullezze; questi son passatempi de’ gioveni oziosi, che non hanno altro che fare; non ne avemo tanto ragionato di queste lor servitù, non vi ha detto Cornelia che ella è una caccia da lepri; ricordatevi di quel che disse il poeta ferrarese:
Come segue la lepre il cacciatore,
Al monte, al bosco, a la campagna, al lito,
Né stima poi che già presa la vede,
E sol dietro a chi fugge affretta il piede.
Così fan questi giovani e cetera».
«Eh - disse allora Leonora - la povera Verginia debbe aver qualcuno di questi giovinelli, che avendo oltra la sua bellezza inteso della gran dote che le aspetta, si avrà per avventura posto a farle queste finzioni d’amore e queste lusinghe per allettar la sua semplicità e perciò ella, che è ancor fanciulla, facilmente si dà a credere che costui le muoia dietro e così deve pensar che faccia ogn’uno con l’altrui».
«Signora no - disse Verginia alquanto arrossita - che non lo dico per ciò, ma perché mi par così, che se non è, almeno dovria esser».
«Questa dimostrazion di servitù e d’amor - repigliò Corinna - veramente non ci fanno perché ci amino come ha detto Cornelia, ma perché ci desiderano ed in questo caso l’amor in loro è figliuolo e ’l desiderio è padre, overo l’amor è l’effetto e ’l desiderio la causa.
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