Procede anco l’amor di molte, sia di che qualità esser si voglia, appresso le ragioni predette, spesse volte dalle influenze celesti, che ve le inclinano in tale maniera che molte di loro conoscendo assai bene la indegnità e ingratitudine di questi uomini e che gettano il tempo e l’opra dietro loro scioccamente, si asteneriano volentieri dalla loro perversa pratica, ma la loro inclinazione, oltra le altre cause, è cagion potentissima e la maggior di tutte per disponerle prima e poi per mantenerle nel loro errore. E se ben si dice con retta opinione che i cieli inclinano ma non isforzano, in questo caso però d’amore par che non se gli dia certa ed indubitata fede, perché veramente delle cose, che hanno a venir in questo mondo non si può far certo giudicio, né vi è determinata verità, essendo che come ho detto, la prudenza e bontà della creatura razionale può schivar molti mali e conseguir molti beni mal grado della sua disposizione».
«Non potrebbono questi aspetti e segni celesti - disse Verginia - anco disponer gli uomini per amar noi, come dite che inclinano noi donne ad amar loro?».
«Potrebbono - rispose Corinna - se trovassero la materia disposta a ricever l’impressione, che ben dovete saper che non si può far pigliar forma ad alcuna cosa, se prima non è la materia disposta. Noi, overo il cor nostro, è disposto per la bontà del genio a ricever la forma del vero amore, ma gli uomini per natura e per volontà disamorevoli non ponno ne anco esser molto inclinati a tal disposizione; né quante stelle sono in cielo potriano fare che essi ci amassero; potriano ben inclinarli, come ho detto, ma per esser tanto lontani dal vero amore non si moverebbono punto d’animo, né ponno in essi per ciò operar le celesti costellazioni, come voi dite Verginia, che in noi e ne gli altri corpi inferiori operano mirabilmente.
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Verginia Corinna Verginia
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