Corinna allora, riducendoselo a memoria con molta grazia, stando l’altre attente, così loro l’espose:
Qual ricamo di perle in or cosparteO di fior copia in verde campo ameno
Tal figura il tuo stil, felice a pienoAlta materia in gloriose carte.
Gran saper, ch’uom mortal spiega e comparteOgni poter celeste, ogni terreno,
Termine, stato, moto, sito e seno,
Tempo, elementi, ciel, natura, ed arte.
Sì con un cenno sol l’alto Architetto
A sì gran mole diè spirito e forma,
Qual tu rassumi in variato aspetto.
Or per tant’opra, ei mentre al suo crin formaFregio di stelle, e inspira il suo intelletto,
Te picciol mondo in se stesso trasforma.
Anzi fu grato alle donne l’aver inteso il vago sonetto che era lor nuovo ancorché per innanzi fusse venuto in luce. E la Regina, che ben conosceva il sudetto auttor, a cui fu fatto, molto ne lo comendò ed aggiunse che a suoi meriti erano debite non pur sì fatte lodi, ma che se gli fabricassero i volumi interi per le più dotte penne, tali erano i degni costumi e le rare qualità di quell’onorato gentiluomo.
«Ma è poi chiaro in tal professione - disse Corinna - il signor Giovan Antonio Magini, che ha fatto l’Efemeride con infinita sua lode. Vi è anco notabile il signor Lucio Scarana, che ha letto e legge questa scienza oggidì con molta sua reputazione e satisfazione universale».
«Ho udito - disse Lucrezia - nominare il signor Claudio Cornelio Frangipani per soggetto singolarissimo in sì fatto studio».
«Signora sì - disse Corinna - sonovi anco un Annibal Raimondo ed un Giovan Padoanni ambi Veronesi ed ambi stupendi in tal materia ed altri molti de quai non mi ricordo il nome».
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