Ma a proposito del riccio, vi è il marino che va pel mare oprando le spine in vece de piedi e prevedendo in mar le procelle, s’asconde e caccia sotto l’arena. Così non fa la seppia, la qual sta così salda nel mare, che fermatasi in terra non si move mai per gran furor dell’onde».
«Io - disse allora Leonora - vi so dir di queste pazzarelle che una volta, che mi trovai in valle con alcuni miei parenti a spasso (inanzi però ch’io restassi vedova) ed andati a pescare, fra gli altri pesci furon presi alcune d’esse ed abbattutami essere io vestita di bianco, vi so dir che rimasi acconcia da loro; parve che mi fusse gittato un vaso d’inchiostro nella faccia e giù per tutta la veste».
«Egli è il vero - disse Cornelia - come si veggion prese subito soffiano e spargon quel lor negro per lor difesa in faccia de pescatori. Non è minor il solazzo certo, che si piglia nel pescare, anzi per mia opinione è maggior che l’uccellare - disse allora Cornelia - quando massime si fa buona preda, o sia con reti larghe, quando se tirano le tratte con le barchette, o con ami a togna, come si dice, o con la cuogola, o a nassa, o in che guisa si voglia».
«Ma che dite poi di quel embriacar el pesce, il che si fa in fiumicelli per diporto?» disse Leonora.
«O questo e ’l gran piacer - rispose Cornelia - veder i pesci come addormentati venir sopra l’acque, che gli potete pigliar con le mani».
«Ma a pigliarne - soggiunse Corinna - o sia in acque dolci o salse non bisogna che siano gran secchi, perché il pesce fugge il caldo e si ritira all’insù o nel mare, perciò quando piove e in tempo di sirochi che l’acqua abonda e va sossopra, allora nella sua torbità è buono ricercar la preda, che se ne piglia in grandissima quantità. Ma ragionando così del pescare soviemmi ora del grande ingegno della rana pescatrice, la qual direste che pesca a boccone, come si suol dire, così acconciamente manda fuori, stando ella coperta sotto l’arena, alcune fila naturali a cui sta appiccato l’esca, che da natura perciò vi è posta per allettar gli incauti pesciolini, i quali correndo a gara a pascervisi rimangon preda della sua sagacità».
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Leonora Cornelia Cornelia Leonora Cornelia Corinna
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