Tra li altri dunque, che la pellegrina fama di costui trasse alla sua corte per onorarlo, fu il principe Lioncorno di Frigia, il quale da lui con sommo onore ricevuto ed in breve contrato seco una cara amicizia; percioché molto si assimigliavano tra loro di virtù e cortesia, tanto era l’amor che si portavano insieme, che raro l’uno dall’altro separar si vedeva. Avea Alciteo una bellissima sorella da marito, detta Biancarisa, la qual di raro ad occhio umano si lasciava mirare.
Or avvenne un giorno, che giocando Alciteo con Lioncorno al disco, gli viene gettata la palla a caso dentro una finestra della sorella, la quale con le sue donzelle in feminil lavoro occupata, levò la palla di terra, né sapendo di chi si fosse, così per suo piacer si accostò alla finestra; venne intanto Lioncorno correndo per ricuperar la sviata palla e mirando la bella giovene ed ella lui, subito il crudel amore operò il suo solito nel cuor d’ambidue, che ferendo l’uno e l’altro di uno istesso dardo, gli lasciò freddi, pallidi, muti e fuor di sentimento. In questo modo si cominciò l’amore fra questi nobilissimi amanti e come accade non passò molto che Lioncorno trovò via di scoprir il suo pensiero alla giovene, la quale non potendo far resistenza all’ardente foco che di continuo per Lioncorno la struggea, se gli mostrò benigna e tutta amorevole e fu la conclusione tale fra loro, che si promisero di secreto di esser l’uno l’altro marito e moglie. Alciteo non sapendo alcuna di queste cose, continuava tra tanto nell’amore che portava al suo caro amico Lioncorno ed insieme non cessava di tener corte, ricevendo ed alloggiando con molta cortesia i forestieri che alla terra venivano.
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