Io vi lascio, o pietose donne, considerar da per voi, in che termine ed in che guisa rimanesse costei, vistosi così miseramente privar di tutte le sue speranze e lo miserando spettacolo del caro marito che con occhi pietosi, con guardo umano, parea che più dell’esser di lei privo tra se stesso si dolesse, che della propria miseria. Egli furono tanti i suoi ramarichi e le lagrime che ne sparse, che quel suono de’ suoi dolenti sospiri trasse tutta la famiglia e tra gli altri Alciteo, a cui la sorella pietosamente espose tutto il successo de suoi amori ed insieme il misero caso del trasformato giovene, con tanto cordoglio di tutti che fora lungo a raccontarlo e spezialmente di Alciteo, che lo pianse per lungo tempo dirotissimamente, considerando per lui aver salva la vita. Ed ella mai più dopo volse rimaritarsi per onor suo e del suo caro amante, che non le parea che fusse né vivo, né morto. Egli, dopo alquando, si ritirò nelle vicine selve per provedersi d’appropriato cibo e nella nuova forma riserbò l’antiquo costume, che nella sua posterità ancor si serba. Ancor la dolce sua e benigna natura ha instinto e virtù particolare contra il veneno che, come ho detto, il suo corno giova mirabilmente in simil casi e se ne sono vedute notabile esperienze. Medesimamente egli ancor serba memoria de suoi dolci amori, è vezzoso quando gli vien veduta alcuna fanciulla vergine, volentier se le accosta ed addormenta nel seno, ricordandosi della sua Biancarisa, dalla cui dolce compagnia s’era così crudelmente separato». Tirarono gli pietosi accidenti dello sventurato giovene molte volte le lagrime a gli occhi alle graziose donne e disse a questo proposito Leonora:
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Alciteo Alciteo Biancarisa Leonora
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