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      «Almanco - disse Leonora - ancor tutte le donne avessero questa cognizione ed inclinazione di fuggir anch’esse i lor persecutori e la lor morte, che non ne perirebbon tante o non stenterebbono, come fanno. Ma, o semplicette, che anzi gli vanno cercando e poi quando vi si trovano colte, non giova il pentirsi».
      «Voi pur sete là a spada tratta contra gli uomini - disse Verginia, e non potè far che non ridesse, e seguì poi - non vi sarebbe qualche rimedio, di grazia, per farli deventar un poco buoni? Io trovo pur, che se si ha un vin cattivo in casa, con metterli del buono sopra molte volte si rinova, se si ha una veste trista, racconciandola ci scusa per buona, se vi è una cattiva vivanda, mettendoci del bottiro e delle spizierie si fa deventar saporita».
      «Eh sorella mia - disse Leonora - che a questi mali uomini, io non saprei che sapor farci, per farli perder quel cattivo gusto c’hanno; perché son come gli arbori vecchi, c’hanno fatto radici e son sempre ad un modo».
      «Ancora a gli arbori - disse Corinna - si ponno, incalmandoli, far mutar natura, ma de gli uomini non so che mi dire, che rare volte mutan proposito, se non di male in peggio».
      «Saria più miracolo che diventassero essi migliori - disse Cornelia - e che essendo cattivi producessero opere buone, che non è mostruoso ch’un arbore parturisce de gli uccelli».
      «Anzi - disse Corinna - quell’è impossibile e questo è vero, che in un paese di là di Olanda, come riferiscono gli scrittori, vi è una sorte di piante maravigliose, che in vece di frutti producono uccelli come anitre».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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