«Oh che mi dite voi - disse la Regina - questo è ben uno effetto maraviglioso in natura; ma deve forse esser vero quel che si dice ancor de gli arbori dell’Esperide, che facessero pomi d’oro».
«Eh signora no - disse Corinna - questo è ben favola».
«E quegli arboretti che stillano il balsamo - disse Lucrezia - non è già bugia».
«Anzi è verissimo - disse Corinna - e si trovano nell’Arabia felice, dove anco si raccoglie la manna, che è una rugiada celeste, e vi nascono tanti aromatici, come il cinnamomo, l’aloe, il nardo, il zenzero, la noce moscata e tante altre sorti di spezierie di natura calide in più e manco gradi secondo la lor proprietà, delle quali si servono tutte le parti del mondo; e la lor virtù è diversa ed infinita, come anco di tante altre sorte d’arbori che nascono nelle altre parti della terra, c’hanno radici, semi, foglie, fiori e frutti di varia proprietà, perché tutte le parti d’una pianta non sono buone ad una cosa, che ve ne sono de tali, la cui radice per essempio sarà di natura fredda e li frutti saranno caldi». Disse allora la Regina:
«In quanti modi la divina providenza ha provisto a i nostri bisogni, ponendo in fin tal virtù nelle piante perché ci giovassero nelle nostre infirmità, o quanto gli siamo noi obligati».
«In questo si conosce anco - disse Leonora - quanto siamo noi disobligate a gli uomini e questo perché mancano essi verso di noi, poiché essendo tutte le cose create a beneficio loro e nostro, e poi anco essi per nostro aiuto particolare, essi non pur sono da meno de gli arbori e delle altre creature insensate, che mai mancano del loro debito.
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