E voi amanti insidiosi e molesti alla nostra libertà ed onestà. Deh vi prego in nome di tutte le donne, che facciate un buon pensiero e vi risolviate di mutar costume per non esser causa della nostra ruina. Deh di grazia, se voi ci amate di buon cuore non cercate di danneggiarci nell’onore, nella vita e nell’anima, che è cosa da nimico e non d’amante. Se anco ci burlate perché cercate far sì notabil danno a chi non vi offese mai? Questa è troppo gran crudeltà. Di grazia lasciateci stare ed in tutti i modi rimanetevi di più offenderci, molestarci ed ingannarci che noi non vi vogliamo, anzi vi rifiutamo in tutto e per tutto quanto ad assentire alle vostre volontà, rimanendovi nel resto assai buone amiche ma di lontano. Essendo noi dunque, giustissimi e prudentissimi uomini, così a voi simili di sostanza, di figura e di qualità naturali, come è detto e come ben sapete, e se ogni cosa ama il suo simile, deh di grazia, perché ancor voi non amate noi? Ed avendo per legge divina, per decreto umano, per obligo di natura e per legge di grazia, voi obligo di amarci e di tenerci care, donde nasce che voi non amate noi? E se noi vi amamo e se amore a nullo amato amar perdona, deh perché non amate noi? A ciò instando ancora la nostra umiltà, pazienzia e bontà con tanti altri meriti, per li quali ragionevolmente doviamo esser amate; con l’oblazion, che al presente vi facciamo di rimetterci e dimenticarci tutte l’offese passate e di esservi più che mai per l’avenir amorevoli e soggette, per amore però e non per forza.
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