Comincia ora a dir le tue ragioni”. Il giovene allora s’acconciò la dottrina per lo miglior verso che seppe e disputando e filostocando assai suoi avilupati argomenti, parve al padre, che tanto s’intendeva di logica e di altra dottrina quanto l’asino di sonar di lira, che molto acconciamente il figliuolo argomentasse e risolvesse quello che egli non intendeva punto e ch’avesse più il capo pien di fisolofia, che egli non aveva la bottega di pentole e di bocali, per il che tutto lieto dopo che egli ebbe finito: “Va, disse, che tu sei molto pratico e sai più che cento dottori, or andiamo che io non voglio più metter indugio a questo negozio”. Così andaro e posto l’ordine conveniente co i dottori e ridotisi un giorno con gran moltitudine di popolo per udire il giovene, presente il padre, anco alla prima dimanda che gli fu fatta, in guisa egli si perdè e confuse che non seppe, né potè formar parola per rispondere a cosa alcuna. Di che il padre tutto smarrito e dolente, rivoltatosigli: “Come, disse, quando eravamo in camera dinanzi a quelle pentole e bocali, tu pur disputavi e rispondevi che mi parevi un Tullio, come ora così ti perdi e non sai dir nulla”. “Oh messer padre, rispose allora il giovene, sappiate che gli uomini non son mica bocali”. Or costui vi rimase da un bue, ma non penso io già che così a me intervenisse». Con molto riso udirono le donne la piacevolezza di Leonora e disse Cornelia:
«Dunque Leonora, ci volete noi donne poner in comparazion di bocali».
«Oh - aggiunse Leonora ridendo - intendetela sanamente, non quanto al merito nostro, né quanto al saper, ma per modo di parlar quanto alla dimestichezza o convenienza che avemo tra noi e così la comparazion sarà propria e regionevole.
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Tullio Leonora Cornelia Leonora Leonora
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