Oltra che è molto grato al senso l’udir una felice armonia di concetti proposti con largo flusso di parole proprie ed accommodate alla materia di cui si tratta, o siano in viva voce spiegati, od in iscritto vagamente raccolti».
«Veramente - disse allora Lucrezia - questi, che scrivono le istorie con graziosa prosa, sono molto da commendare, ma molto più pare a me che siano da commendare e da riverire insieme quei che riescono in rima felicemente».
«Il verso - disse Corinna - è cosa di tanta dignità che, affermano i savi, che ’l vero poeta sia mosso da furor divino poiché è saper celeste e sopranaturale e virtù, con che l’uomo nasce. E però si dice per proverbio, che i poeti nascono e gli oratori si fanno».
«I versi - disse Cornelia - mi piacciono sommamente, però quelli c’hanno sostanza e che sono spiegati con leggiadria e dignità insieme e che essendo facili serbino anco il decoro e la grandezza, che lor si richiede».
«È ben vero - disse Corinna - che tutti i versi non sono di una sorte, poiché secondo i soggetti bisogna variar lo stile; nelle materie gravi, o in casi dolenti, o in lode di prencipi, devesi trattar con versi interi e pieni di gravità; ma in soggetti piacevoli, parlando di cose allegre, si ricercano concetti e parole facili e leggiadre; ma sia poi che materia esser si voglia, i versi deono tutti esser pieni e non languidi e le parole molto scelte e gli epiteti molto propri e che siano spogliati d’ogni asprezza e durezza, la qual li fa parer non solo sforzati, ma goffi e senza nissun garbo».
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