Evvi, ch’io conosca, il sapientissimo signor Valerio Marcelino, che appresso tanti altri suoi chiari e gloriosi studi, con pronta vena di scelte e graziose rime queste nostre acque salse felicemente addolcisce. Vi è appresso il sopraditto eccellentissimo signor Orazio Guarguante, che oltra la principal sua professione ch’avemo detto di filosofo e medico perfettissimo, è anco chiaro e grazioso poeta e tra l’altre cose ha prodotto il suo divino ingegno un’opera di gran maraviglia, in cui descrive l’eccellenze del corpo e dell’anima de MARIA Vergine nostra signora, in ottava rima, con sì alti e profondi sensi, che a pena altro uman discorso vi può penetrare».
«Io intendo - disse Elena - che appresso ciò, è egli ancor musico eccelentissimo, la qual profession mi piace molto, ed è l’anima de’ versi il cantarli soavemente, accordandoli all’armonia e consonanza del suono, c’hanno per ciò così forza, come disse il poeta, di far
Romper le pietre, e pianger di dolcezza».
«Con tutto ciò - disse Leonora - non potriano già quanti versi e musiche si trattano in Parnaso romper la malvagità de gli uomini, né cavar loro una lagrima se non finta da gli occhi».
«Così è - ripigliò Corinna -. Or a questo onoratissimo soggetto fu sopra l’opera ch’io v’ho detto, composto un sonetto in sua lode, il qual diceva così:
Di sì pronto, vivace, alto intelletto;
Che novella virtù spiega ed esprime;
Di spirto sì profondo, e sì soblime,
Certo era indegno uman senso e soggetto.
MARIA, bellezza eterna, onor perfettoDella prima cagion, delizie prime,
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