Sol degno scopo è a sue celesti rimePoiché d’angelo ha stil, voce e concetto.
Non mai chiaro pittor d’ombre e colori,
Finse un volto sì ben, com’ei cantando,
L’alma figura, in cui Dio si compiacque.
Degno è perciò d’alti immortali onori,
Che ’l suo ingegno altamente al ciel sacrandoMolto ardì, molto seppe e molto piacque.
Io non potrei dire quanto lodarono le donne sopra tutti quest’altro sonetto di elegante stile e molto concludente e Lucrezia disse:
«In materia di musica ho udito molto a comendar per grazioso l’eccellentissimo sig. Mario Belloni, che anco è avocato di grande riuscita».
«La musica - disse Corinna - la qual propriamente è una consonanza di voci, o d’instromenti, o di persone, ricerca varietà così nel suono come nel canto di stile, di voce, di tempo, di concenti, di articoli e di battute ed è cosa veramente degna di esser abbracciata da ogni gentile spirito, come quella che imita umanamente le melodie del Paradiso; e in un tempo diletta a chi l’essercita e a chi l’ode e, trattata da un solo, è goduta da molti insieme ed è di gran ricreamento a gli spiriti vitali».
«Anzi ho udito dire - disse Lucrezia - che la musica raddoppia ben l’allegrezza nella persona che si trova contenta, ma ne i malinconici accresce la malinconia».
«Egli è vero - disse Corinna - ma ne gli accidenti o infermità nostre è di gran giovamento».
«Non è cosa - disse Elena - che più mi dia gusto quanto il trovarmi in loco, ove si faccia qualche bel concerto di quattro o sei voci da persone ch’abbino l’arte e la voce nella perfezion che si ricerca, poiché l’una senza l’altra non riesce punto».
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