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      Quante serve che non sanno leggere, quante contadine e femine plebee sono che si lasciano con poca guerra vincere da gli amanti loro, per esser in esse la semplicità maggiore che in noi, che per li essempi letti, per li avertimenti raccolti e per amor della virtù, se ben avessimo qualche tentazione dai sensi, si sforzamo di astenersene, e rare si lasciano trasportar da loro apetiti e quelle poche che traboccano, così farebbono anco non sapendo leggere, come sapendo, poiché non mancano mai mezi facili per mal operare a chi vuole e si dispone di satisfar i suoi desideri».
      «Egli è una gran cosa - disse allora Cornelia - che infin nel far bene gli uomini ci vogliono dar l’emenda. E possibile che non si potrebbe un tratto metterli un poco da banda con tutti i loro scherni e foie che si fanno di noi, sì che non ci dessero più noia? Non potressimo noi star senza loro? Procacciarsi el viver e negoziar da per noi senza il loro aiuto? Deh, di grazia, svegliamoci un giorno e ricuperamo la nostra libertà, con l’onor e dignità che tanto tempo ci tengono usurpate. Forse che se si mettiamo ci mancarà l’animo per difenderci, forza per sostentarci e virtù per acquistarsi le facoltà; facciamo un tratto da generose e lasciamo che si emendino quanto sanno e riusciscane ciò che vogliono, purché non abbino da comandarci che allora, andando la cosa dal pari, potremo ancor noi beffar loro, stando sul nostro avantaggio e dir ancor noi di essi che spendon mille anni in pettinarsi quattro capelli c’hanno in capo e tre pelli di barba, e che ora portano il colaro così alto e longo, che può iscusar loro per isciugatoi e per mocichini; ora così stretti intorno il collo, che paiono tanti burattini e che talora usano di portar li giupponi così lunghi e le braghesse così strette, che sembran tanti ranocchi, ora così larghe, che vi potriano saltar entro senza fatica; e di più, che molti di essi hanno cominciato a levar le pianelle poco meno alte di quelle di noi donne, che sogliono essi tanto biasmarci, e mille altre vanità e sciocchezze loro, che saria lungo a cuntare».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Cornelia