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      Fu domandato spesso se il Mommsen rivelasse alcuna preferenza personale per l'una o l'altra delle fazioni, di cui doveva narrare le contese; alcuni suoi discepoli sostengono volentieri che egli seppe mantenersi assolutamente imparziale; a me non sembra. Non era, d'altronde, possibile che un uomo della sua indole, che aveva sostenuto, pochi anni prima, con tanto ardore nella vita le parti della rivoluzione, scrivendo la storia di un'altra rivoluzione, sebbene compiutasi diciannove secoli prima, non fosse indotto a sostener le parti della plebe e di Cesare contro quelle dei patrizi.
      La Storia romana rimarrà come un capolavoro d'arte perenne. Anche se gli studi e le indagini posteriori condurranno a correggere l'esposizione dei fatti, a modificare qualche giudizio, ad attenuare qualche apprezzamento degli avvenimenti e degli uomini che vi campeggiano (il Mommsen stesso li modificò e attenuò in parte, sebbene non diminuisse mai la sua profonda antipatia per Cicerone), l'opera sarà cercata e letta sempre con la stessa ammirazione che suscitò al suo primo apparire.
      I meriti del Mommsen verso le scienze storiche non consistono soltanto nei volumi che ho fin qui ricordato. Chi può solo enumerare l'infinita quantità di punti speciali da lui illustrati in una serie di articoli di periodici, di memorie accademiche, di monografie pubblicate in questa o in quell'occasione? Alcuni dei principali studi furono da lui riuniti in quei due preziosi volumi delle Römische Forschungen (1864-1879), che bene alla storia si accompagnano.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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