Ma a siffatte considerazioni il Mommsen avrebbe potuto rispondere che egli non intese narrare la storia degli svolgimenti pratici del diritto pubblico di Roma; il suo trattato volle essere e fu la completa, perfetta esposizione di quella costituzione dal mero punto di vista giuridico. Nè io ignoro che da altri critici assai competenti furono fatte, circa l'opera del Mommsen, osservazioni del tutto opposte alle mie, sicchè si può anche pensare che tra le due censure il sommo maestro abbia tenuta la retta via. Gli fu rimproverata da altri una distribuzione difettosa delle materie tra i vari volumi; perchè comincia parlando delle magistrature e soltanto nel terzo volume tratta dell'ordinamento del popolo e del senato, senza dei quali le prime restano meno intelligibili, quasi prive della solida loro base. A me non pare che questo difetto, se tale è, abbia grande importanza; se alcuno desidera conoscere l'ordinamento del popolo, prima di quello dei magistrati, non ha che da cominciare la lettura del volume terzo e passare poi al primo. In ogni modo lo stesso Mommsen rettificò l'ordine in quel bellissimo sunto dell'opera maggiore, ch'egli pubblicò col titolo Abriss des römischen Staatsrechts nel 1893.
Restava tutta una parte del diritto romano, attinente al diritto pubblico non trattata ancora nel modo che meritava: il diritto penale. Ottantenne, il Mommsen vi si accinse e nel 1899, quando la sua maggiore produzione scientifica pareva ormai gloriosamente chiusa, uscì fuori il römisches Strafrecht, che costituisce appunto il compimento dello Staatsrecht; è l'esposizione ampia, magistrale del diritto e della procedura criminale di Roma compenetrati a vicenda, come dovevano essere esposti necessariamente, ma come nessuno aveva pensato di fare prima di lui.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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