Come editore il Mommsen si accinse finalmente nella più tarda età a un'altra grande impresa, la nuova edizione del codice teodosiano. La morte lo colse mentre stava terminando il lavoro, ma già ne esistono, a quanto mi si afferma, tutte le bozze di stampa, che egli avrebbe forse ritoccate ancora in qualche punto prima di licenziarle. La nuova edizione non tarderà ad ogni modo a esser pubblicata. Chi sappia l'importanza di quel codice per lo studio della storia del diritto romano e soprattutto del diritto pubblico dell'impero, e le grandi difficoltà che esso per molti rispetti presenta, intenderà quali nuovi meriti il Mommsen acquistasse ancora di fronte alla scienza con questa edizione. L'opera di Jacopo Gotofredo soltanto nel Mommsen avrebbe potuto essere superata. Quest'ultimo lavoro della sua vita lo ricongiunge in qualche modo a quel grande giureconsulto, che ben poteva dirsi il massimo dei cultori del diritto pubblico romano prima di lui.
Esemplare fu anche la vita privata di Teodoro Mommsen. Marito e padre affettuoso, fecondo non solo di volumi, egli ebbe ben sedici figli. Nell'amicizia fu fedele e profondo, e con parecchi italiani mantenne intime e cordiali relazioni. Ricorderò qui tra i nostri morti particolarmente il Borghesi, il de Rossi e il Fiorelli. Dei numerosi suoi discepoli, molti divennero suoi collaboratori, e ben si può dire che lo adorassero.
Certo egli non risparmiò rimproveri, e talora anche troppo aspri e violenti ad avversari e talora anche ad amici. Ebbe pochi odi e disprezzi tenaci, molti sdegni passeggeri; ed io stesso, benchè avessi provata in molte occasioni la sua benevola cortesia, ebbi a sperimentare una volta l'amarezza della sua censura.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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