Nello stesso modo nell'India una popolazione di colorito oscuro, meno suscettibile d'incivilimento, precedette la popolazione indo-germanica. Ma in Italia noi non riscontriamo nè rovine di una nazione respinta, come a cagion d'esempio nel territorio celto-germanico i Finni e i Lapponi, e nei monti dell'India le razze nere; nè vi si sono finora trovate vestigia di un popolo primitivo scomparso, come sembrano dimostrarlo gli scheletri di particolare struttura e le tombe della così detta età della pietra della antichità tedesca. Nessun documento ci autorizzò fino ad ora a credere, che l’esistenza della razza umana in Italia sia più antica della coltivazione del suolo e della fusione dei metalli; ed anche supponendo che la razza umana abbia una volta raggiunto entro i confini d'Italia il primo grado di coltura, che noi diremo stato di selvatichezza, non è men vero che se ne è perduta affatto ogni traccia.
Gli elementi della storia più antica sono gli individui, i popoli, le razze. Fra quelle che più tardi incontriamo in Italia è provata storicamente la immigrazione di alcune, come dell'ellenica, la denazionalizzazione di alcune altre, come dei Bruzi e degli abitatori del paese sabino. Escludendo queste due stirpi, rimangono ancora non poche altre, le cui migrazioni non si potrebbero provare con documenti storici, ma tutt'al più a priori, e la loro nazionalità non ha apparentemente sofferto per pressione esterna alcuna profonda modificazione; sono queste le razze delle quali si deve anzitutto con diligente indagine stabilire l'individualità nazionale.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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