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      Ma questo non basta ancora a stabilire che la lingua japigica sia un rozzo dialetto ellenico3. La lacuna non è però molto importante, giacchè questa schiatta japigica già all'aprirsi della nostra storia ci si mostra fiacca e cedevole. Il carattere della nazione japigica, inetto a resistere e facile a fondersi con altre nazionalità, avvalora l'ipotesi confortata dalla sua posizione geografica, che questi siano i più antichi immigrati, ossia gli autoctoni storici d'Italia, poichè non v'ha dubbio che le più antiche migrazioni di popoli avvenissero per terra, principalmente in Italia, le cui spiaggie potevano essere accessibili solo ad esperti navigatori; ed infatti ai tempi d'Omero esse erano ancora ignote agli Elleni.
      Se poi si ammette che i primi abitatori siano scesi lungo l'Appennino, lo storiografo può, sull'esempio del geologo, che dalla stratificazione delle montagne deduce l'epoca della loro formazione, arrischiare anch'esso la supposizione, che saranno più antichi quegli abitatori d'Italia i quali furono spinti più giù verso sud; ed è appunto all'estremo lembo che troviamo la nazione japigica.
      Per quanto arriva la nostra attendibile tradizione, il centro della penisola è abitato da due popoli, o piuttosto da due rami dello stesso popolo, la cui posizione nella famiglia indo-germanica può essere determinata con molta maggior certezza di quella della nazione japigica. E siccome su questo popolo si fonda l'importanza storica della penisola, possiamo chiamarlo giustamente il popolo italico.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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