Perciò la forma media nelle lingue italiche non ha lasciato che lievi tracce; ed al suo posto troviamo una forma passiva, formata coll'aggiunta di una r. Inoltre la massima parte dei tempi nei verbi si forma con le composizioni delle radici es e fu mentre le più antiche desinenze e l'aumento risparmiano ai Greci in gran parte l'uso dei verbi ausiliari. Le lingue italiche come il dialetto eolico rinunziarono al duale, ma acquistarono in quella vece l'ablativo, che andò perduto per i Greci, e in gran parte anche il vocativo.
Pare che la ferrea logica degl'Italici abbia trovato difficoltà nel dividere l'idea della personalità nella dualità e nella quantità, mentre conservò con grande tenacia i segni esprimenti i rapporti del plurale colle declinazioni. Tutt'affatto italico, e straniero persino al sanscrito, è l'uso introdotto più compiutamente che in ogni altra lingua, di adoperare i verbi come sostantivi nei gerundi e nei supini.
3 Rapporti degli Italici coi Greci. Questi esempi, scelti tra un'abbondante copia di fenomeni analoghi, bastano a provare l'individualità del germe delle lingue italiche di fronte a qualunque altra lingua indo-germanica, e ne dimostrano linguisticamente e geograficamente l'affinità con le lingue greche; i Greci e gli Italici sono fratelli; i Celti, i Tedeschi, gli Slavi sono loro cugini. La sostanziale unità di tutti i dialetti e di tutte le razze italiche e greche deve essersi rivelata presto e chiaramente ad entrambe le grandi nazioni, poichè noi troviamo nella lingua romana un'antichissima parola d'origine enigmatica, cioè Graius o Graicus che indica ogni Elleno, e così presso ai Greci l'analoga denominazione '??????, usata da tutti i popoli latini e sanniti noti ai Greci negli antichi tempi, ma non dagli Japigi e dagli Etruschi.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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