4 Rapporti dei Latini e degli Umbro-Sanniti. Nella genealogia delle lingue italiche l'idioma latino appare nuovamente in antitesi coi dialetti umbro-sanniti. Veramente di questi non ve ne sono che due abbastanza noti, l'umbro ed il sannita od osco; e anch'essi in maniera incerta e frammentaria; degli altri dialetti gli uni, come il volsco e il marsico, ci sono pervenuti in troppo povere reliquie per poterne penetrare la loro individualità, o anche solo classificarli con sicurezza e precisione; mentre altri ancora, come il sabino, sono scomparsi interamente, meno alcune tracce d'idiotismi conservate nel latino provinciale. Tuttavia la combinazione dei fatti linguistici e storici non lascia alcun dubbio che tutti questi dialetti appartenessero al ramo umbro-sannitico del grande ceppo italico, ramo, il quale, benchè più affine al latino che al greco, è però recisamente distinto anche dal latino. Nel pronome e altrove pronunziavano l'Umbra e il Sannita p, laddove il Romano q – così pis per quis; divergenza che notasi fra le altre lingue affini, come tra il celtico che nella Bretagna e nel Galles usa la p, dove il Gaelico e l'Irlandese usano il k. Nelle vocali appaiono assai guasti i dittonghi nel latino e in generale nei dialetti nordici, e per contro pare che poco abbiano sofferto nei dialetti meridionali italici; ciò che prova che il Romano nelle parole composte ha indebolito la vocale fondamentale, altrove tanto gelosamente conservata, il che non succede nel gruppo delle lingue affini.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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