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      Così noi abbiamo indicazioni per lo sviluppo della pastorizia di quella lontana epoca nei nomi invariabilmente fissati per gli animali domestici: sanscrito gâus, latino bos, greco ????; sanscrito avis, latino ovis, greco ???; sanscrito açvas, latino equus, greco ?????; sanscrito hañsas, latino anser, greco ???; sanscrito âtis, latino anas, greco ?????; e così pecus, sus, porcus, taurus, canis sono parole sanscrite. Dunque fino da quegli antichissimi tempi la razza, sulla quale dall'età d'Omero ai nostri giorni si fonda lo sviluppo spirituale del genere umano, aveva superato il più basso grado di coltura sociale, l'epoca della caccia e della pesca, ed era già pervenuta per lo meno ad una relativa stabilità di dimora.
      Ci mancano invece tuttora prove sicure, che sino ad allora si coltivassero le terre. La lingua testimonierebbe piuttosto per il no che per il sì. Ad eccezione del solo nome ???, che corrisponde al sanscrito yavas, e che in indiano significa orzo ed in greco spelta, non si riscontra nel sanscrito alcuno dei nomi dei cereali latino-greci.
      Bisogna nondimeno concedere che questa differenza nella nomenclatura delle piante coltivate, che tanto recisamente si contrappone all'essenziale concordanza dei nomi degli animali domestici, non esclude ancora in modo assoluto una originaria comunanza dell'agricoltura. Nelle primitive condizioni delle società il trasporto e l'acclimatazione delle piante riesce più difficile che quella degli animali; e la coltivazione del riso degli Indiani, quella del frumento e della spelta dei Greci e dei Romani, quella della segala e dell'avena dei Germani e dei Celti potrebbe condurci ad una comune originaria agricoltura.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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