Come l'agricoltura così anche il sistema della divisione e della limitazione del suolo è ordinato in egual modo presso entrambi i popoli, poichè la coltivazione del terreno non è possibile immaginarla senza una misurazione, per quanto rozza, di esso.
Il Vorsus osco ed umbro, da cento piedi quadrati, corrisponde perfettamente al pletro greco. Il principio delle limitazioni è il medesimo. L'agrimensore si orienta con uno dei punti cardinali e tira quindi dapprima due linee dal nord al sud e dall'est all'ovest, nella cui intersecazione (templum, ??????? da ?????) egli si colloca: poi a certe distanze fissa delle linee parallele alle linee principali d'intersecazione, e così ottiene una serie di campi rettangolari, i cui angoli sono segnati da pali confinari (termini, nelle iscrizioni siciliane ????????, comunemente ????). Questo modo di fissare i confini, che è anche etrusco, ma che non possiamo credere d'origine etrusca, lo riscontriamo non solo presso i Romani, gli Umbri, i Sanniti, ma anche in antichissimi documenti degli Eracleoti tarantini; ed è tanto poco verosimile che questi l'abbiano preso dagli Italici, quanto gli Italici dai Tarantini; e però devesi ritenere come un antico patrimonio comune alle due razze. Esclusivamente e caratteristicamente romano è l'ostinato perfezionamento del principio della quadratura secondo il quale là, dove un fiume o il mare facevano confine naturale, non se ne teneva conto, ma lo si includeva col suolo diviso in proprietà entro un piano quadrato.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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