E come alla casa privata va unito un campo, così alla casa consorziale o al villaggio va unito un terreno il quale, come si dimostrerà, era coltivato sino a tempi relativamente moderni quasi come un campo domestico, cioè secondo il sistema della comunanza.
Se poi le stesse case gentilizie del Lazio si siano sviluppate in villaggi consorziali o se i Latini vi siano giunti già distinti in consorzi di famiglie, è una questione alla quale non si può rispondere, e nemmeno è possibile stabilire in qual modo si sia potuta formare un'amministrazione commista tra genti legate solo da una discendenza comune.
Nella loro origine, questi consorzi di famiglie non erano considerati come unità indipendenti, ma come parti integranti di un comune politico (civitas, populus), che è il risultato e la somma di un dato numero di villaggi gentilizi di egual stirpe, lingua e costumi, i quali perciò sono obbligati ad una scambievole assistenza, per garantirsi la giustizia, per difendersi, ed anche per offendere.
Ad una simile società non poteva mancare un centro locale, come un consorzio gentilizio, ma poichè i membri di queste società convivevano tutti nei loro villaggi, il centro comune non poteva essere una città, ma soltanto un sito d'adunanza, che rinchiudeva in sè i tribunali e i pubblici luoghi sacri che d'ordinario non era abitato, o appena era custodito, ma dove tutti i consorziati convenivano ad ogni ottavo giorno sia per conversare, sia per divertirsi, e dove in caso di guerra riparavano col loro bestiame, trovandosi più sicuri contro le incursioni nemiche, che non negli sparsi casali.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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Lazio Latini
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