Forti naturali della pianura latina sono pure i culmini delle ultime ramificazioni dei monti sabini, dove dalle rocche distrettuali nacquero più tardi le ragguardevoli città di Tibur (Tivoli) e di Praeneste (Palestrina). Anche Labico, Gabio e Nomento poste nella pianura tra i monti albani, la Sabina ed il Tevere, come pure Roma sul Tevere, Laurento e Lavinia sul litorale, sono più o meno antichi luoghi centrali della colonizzazione latina, per tacere di molti altri meno ragguardevoli e di cui si è ora quasi perduta ogni traccia. Tutti questi distretti erano nei tempi antichi politicamente sovrani, e ognuno di essi era retto dal proprio principe col concorso del consiglio degli anziani e dell'adunanza degli uomini atti alle armi. Ma non pertanto, non solo si mantenne in tutto il territorio il senso della comunanza di lingua e di schiatta, ma questo spirito di solidarietà si manifestò anche in una importante instituzione religiosa e politica, cioè nella lega perpetua fra tutti i distretti italiani.
La presidenza ne spettava originariamente, a tenore del costume universale italico ed ellenico, a quello fra i distretti, nel cui territorio si trovava la città della lega; questo era il distretto d'Alba, il quale, come si disse, veniva considerato come il più antico e ragguardevole tra i distretti latini. Originariamente il numero dei comuni consorziati era di trenta, numero che incontriamo frequentemente come somma delle parti di una repubblica sia in Grecia che in Italia. Quali luoghi appartenessero ai trenta antichi comuni latini o colonie albane, che così pure si chiamavano relativamente ai diritti metropolitani d'Alba, la tradizione non lo dice e non si saprebbe ora stabilirlo.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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