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      Qui vi fu dunque una mescolanza ma non perciò si potrebbero a ragione annoverare i Romani tra i popoli misti, e ad eccezione di alcune singolari istituzioni mantenute ne' riti speciali, non si riscontrano presso i Romani elementi sabellici e la lingua latina in particolare non offre il menomo argomento a simile ipotesi17.
      E sarebbe in verità da meravigliare se l'ammissione tra le genti del Lazio d'un solo comune di nazionalità strettamente affine alla latina, avesse contaminato sensibilmente la pura origine nazionale dei Romani.
      Non deve infine esser dimenticato che nel tempo in cui i Tizi furono ammessi presso i Ramni, nella città, la nazionalità latina non risiedeva in Roma, ma nel Lazio. La nuova triplice repubblica romana altro non era, malgrado la rapida latinizzazione dei Sabelli, che una parte della nazione latina; occupava cioè nella federazione il posto tenuto prima dal comune dei Ramni.
      3 Roma, emporio del Lazio. Molto tempo prima che una colonia cittadina sorgesse sul Tevere, i Ramni, i Tizi e i Luceri, prima divisi, poi uniti, devono aver avuto la loro rocca sui colli tiberini e lavorato le loro terre, dimorando nei circostanti villaggi. La festa del lupo, che la famiglia dei Fabi celebrava sul monte Palatino18, può essere una tradizione di quei remotissimi tempi; una festa di contadini e di pastori che conserva i semplici scherzi della semplicità patriarcale e che, cosa singolare, si è conservata nella Roma cristiana più lungamente di tutte le altre feste pagane.
      Da queste colonie sorse poi in seguito Roma.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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