Non si può quindi parlare di una vera fondazione di città, come vuole la leggenda: Roma non fu edificata in un giorno. È da considerare più attentamente come Roma abbia potuto così rapidamente pervenire ad un'eminente posizione politica fra i federati latini, mentre date le condizioni del luogo si sarebbe dovuto aspettare il contrario.
Il suolo, sul quale fu fabbricata la città di Roma, è meno salubre e meno fertile di quello del maggior numero delle antiche città latine. Nelle immediate vicinanze di Roma, non prospera nè la vite, nè il fico, e vi difetta l'acqua sorgiva. Nè l'ottima sorgente delle Camene, fuori della porta Capena, nè il pozzo capitolino compreso più tardi nel tulliano, sono abbondanti d'acqua. A ciò si aggiunga il frequente straripare del fiume, che a causa del lento pendio non può sfociare nel mare con la necessaria celerità le piene alimentate dai torrenti durante la stagione piovosa; a cagion di che le acque, traboccando, impaludano poi nelle valli. Il luogo è tutt'altro che attraente per l'agricoltore e fin dagli antichi tempi si disse che la prima colonia di contadini, che vi si stabilì, non può aver preso dimora per naturale elezione in un luogo così malsano e infecondo, e che perciò la necessità o qualche altra particolare ragione deve aver determinato la fondazione di questa città.
Anche la leggenda avverte questa singolarità. La narrazione che ci rappresenta Roma fondata da fuorusciti d'Alba condotti da Romolo e Remo, figli d'un principe albano, non è altro che un ingenuo espediente dell'antichissima semistoria per spiegare la fondazione della città in un luogo tanto sfavorevole e, nello stesso tempo, per innestarne l'origine alla metropoli universale del Lazio.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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