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      4 Il comune romano. Lo stato romano, tanto per i suoi elementi come per la sua forma, è fondato su questa famiglia. Il comune del popolo nacque dalla riunione di quegli antichi consorzi gentilizi dei Romilii, Voltinii, Fabii e così via via, e il territorio romano venne formato dalla riunione dei territori di queste dinastie rurali. Era cittadino romano chiunque appartenesse ad una delle genti consociate. Ogni matrimonio conchiuso entro questa cerchia e colle formalità d'uso era considerato come matrimonio legittimo romano, e stabiliva per i figli il diritto di cittadinanza: dalla quale erano esclusi i procreati da unioni illegittime ed i bastardi. Per ciò i cittadini romani si chiamavano «figli di padri» (patricii), perchè avevano legittimamente un padre.
      Le genti, con tutte le famiglie che esse comprendevano, furono incorporate nello stato pur conservando i loro rapporti consorziali. Ma questa posizione domestica non aveva alcun valore di fronte allo stato, cosicchè il figlio di famiglia, in casa, si trovava suddito del padre, ma nei doveri e nei diritti politici egli era uguale al padre. La condizione dei protetti si cambiò naturalmente in modo che gli ospiti, i liberti, i clienti di ogni patrono, in grazia sua, eran tollerati in tutto il comune: essi furono dapprima invitati a porsi sotto la protezione delle famiglie cui appartenevano, ma accadde pure che i clienti dei membri del comune non potevano venire esclusi dal culto divino e dalle feste, sebbene i veri diritti cittadini e le cariche pubbliche non toccassero loro.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





Romilii Voltinii Fabii