Persino nell'esercito la fanteria contava altrettante coppie di condottieri quante erano le tribù, senonchè ciascuna di queste coppie tribunizie di guerra non comandava il contingente di una determinata tribù, ma quello di ogni singola tribù e tutte insieme comandavano l'intero esercito.
Le stirpi sono distribuite fra le singole curie; i loro confini, come quelli della casa, sono dati dalla natura. La legislazione può intromettersi in queste sfere di rapporti naturali, dividere in rami i più vasti consorzi gentilizi, unire invece in un solo nome gentilizio più genti stremate e poco numerose, e con lo stesso artificio accrescere o restringere il numero delle casate. Ma siccome, ad onta di questa ingerenza legislativa, i Romani considerarono sempre la consanguineità come la ragione del nesso della gente, e più ancora della famiglia, così convien dire che la legge romana, coi suoi assestamenti artificiali, sia entrata tanto parcamente in questi rapporti che il carattere fondamentale degli stessi, l'affinità, non ne sia stato sostanziamente turbato. Se quindi il numero delle case e delle genti nel comune latino fu originariamente determinato in una misura, ben presto, per la mutevolezza delle umane cose, dovette divenire instabile, di modo che quel prototipo rituale di mille casate e di cento genti non può apparirci che come un'ideale rappresentazione delle prime forme costitutive della città, quali si immaginavano nei primordi dell'età storica26. Non consta da alcuna tradizione, nè pare credibile, che ogni casa fornisse un fante, ed ogni gente un cavaliere ed un senatore.
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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
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Romani
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