Per fare che la cavalleria fosse accessibile ad ogni cittadino, si obbligò ogni donna non maritata e gli orfani minorenni che possedevano terreno, a fornire e nutrire i cavalli ai singoli cavalieri (ogni cavaliere ne aveva due). In generale si calcolava un cavaliere su nove fanti; ma nel servizio effettivo si risparmiavano però maggiormente i cavalieri. Quelli che non erano stabilmente domiciliati (cioè non atti ad altro che a procreare figliuoli), avevano l'obbligo di fornire all'esercito artigiani e suonatori, ed un numero di supplenti (adcensi), che marciavano senz'armi (velati) colle schiere, e sul campo subentravano colle armi degli ammalati o dei morti nelle file per riempirne le lacune.
5 Distretti di leva. Per la leva, la città col suo territorio fu divisa in quattro quartieri (tribus), per cui fu abbandonata, almeno nel suo significato locale, l'antica divisione trina: il monte Palatino, che comprendeva col colle omonimo la Velia; il monte della Subura, cui apparteneva la strada dello stesso nome, le Carine e il monte Celio; il monte Esquilino ed il Collino, formato dal Quirinale e dal Viminale, i quali, in confronto dei monti Capitolino e Palatino, chiamavansi colline. L'ordine dei distretti segna l'antica precedenza di grado dei quartieri desunta dalla cronologica formazione della città; il primo distretto comprendeva la città vecchia, il secondo la più antica città nuova, il terzo il vecchio sobborgo murato molto più tardi, il quarto, finalmente, il quartiere unito alla città col baluardo di Servio Tullio.
| |
Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 327 |
|
|
Palatino Velia Subura Carine Celio Esquilino Collino Quirinale Viminale Capitolino Palatino Servio Tullio
|